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Immagine del redattoreGabriele Serrau

Vi presento Alessandro Polinori, maestro di impegno e di rispetto nella protezione della Natura.

Aggiornamento: 18 ago 2022

Intervista a: Alessandro Polinori X Municipio, Litorale di Ostia, Roma

L’attenzione alla Natura è l’ambito in cui Alessandro Polinori ha costruito la sua vita a livello personale, locale, nazionale ed internazionale ed è quindi un grande privilegio poterlo avere come docente all’interno del Corso di Perfezionamento in Outdoor Education sviluppato da Scuole Naturali in collaborazione con l’Università Lumsa.

Se vi è capitato di incontrare Alessandro Polinori sicuramente lo ricorderete, perché non è una di quelle persone che si dimenticano facilmente.

Energia, calorosità e cordialità caratterizzano il suo modo di fare e se avrete occasione di andarlo a trovare al CHM (Centro Habitat Mediterraneo) Lipu di Ostia non potrete non riconoscere la generosità e la dedizione con cui condivide le sue conoscenze con adulti, bambini e ragazzi.

Alessandro è un grande comunicatore, capace di trasmettere con poche parole l’entusiasmo che lo anima sin da bambino nel prodigarsi a difesa, ma ancor di più mi verrebbe da dire a protezione della Natura.

Vi basterà ascoltare alcune frasi per ritrovarvi, grandi e piccini, ad ascoltare le sue storie di animali feriti e salvati, di animali da tutelare e da osservare da lontano con occhi e orecchie incantati. Essendo l’Oasi Lipu uno dei posti che frequentiamo con l’Asilo e la Scuola del Mare abbiamo avuto più volte questa fortuna.

È proprio questa capacità di comunicare trasversalmente con tutti che fa naturalmente di Alessandro un educatore d’eccezione, un maestro dalle cui competenze merita imparare e una persona da cui farsi ispirare nella vita a tutto tondo.

La falcata sicura, il tono della voce chiaro, i gesti che vi faranno strada tradiscono l’esperienza di una vita rivolta all’azione e al servizio, la dedizione ad una causa portata avanti con spirito vivace e sincero.

È dall’età di nove anni che Alessandro è volontario presso la LIPU, (Lega Italiana Protezione Uccelli) e da allora di strada ne ha fatta, dal riscatto di un’area in abbandono sino alla sua trasformazione nel Centro Habitat Mediterraneo Lipu di Ostia (di cui è oggi responsabile) fino al ricoprire la carica di Vicepresidente nazionale Lipu/BirdLife Italia, a testimonianza che come le migrazioni il suo impegno non si racchiude in confini ristretti e definiti, ma spazia dalle esperienze di tutela della biodiversità e gestione delle aree protette per conto di enti pubblici a esperienze televisive nelle quali è presente da anni come educatore scientifico.

Andiamo a conoscerlo un po’ meglio con queste domande che ci aiuteranno a capire chi abbiamo davanti!

Cosa credi che l’educazione all’aperto possa dare in questo momento storico?

Dal mio punto di vista se ci troviamo a vivere questo momento drammatico legato ad una pandemia mondiale è proprio perché non siamo stati in grado di avere un comportamento corretto e rispettoso nei confronti della natura e di tutti i suoi elementi, nella fattispecie in primis degli animali selvatici, ma anche di quelli cosiddetti da cortile e domestici.

L’educazione all’aperto in questo momento ricrea un legame che probabilmente non è mai stato sviluppato in maniera corretta con la natura e consente anche di svolgere delle attività che ora come ora al chiuso, per ciò che stiamo vivendo non è possibile fare, quindi veramente qualcosa che va incrementato e valorizzato in maniera molto importante.

Quali sono le specificità del tuo approccio all’educazione in natura?

Le mie specificità hanno origine multidisciplinare, partendo dalla formazione accademica quale Sociologo dell’ambiente e del territorio, passando attraverso diverse esperienze lavorative nel campo della tutela della natura e della comunicazione ed avendo quale filo conduttore l’attività di formazione che ho vissuto in decenni di militanza nell’ambito delle associazioni ambientaliste.

Per me è fondamentale far capire che l’essere umano è un elemento dell’ecosistema, quindi un nostro comportamento corretto o viceversa un nostro comportamento errato causa una risposta da parte della natura che può essere in molti casi, dove errato, negativa.

Tutelare e rispettare la natura e tutti i suoi elementi vuol dire anche fare gli interessi degli stessi esseri umani e per comprendere ciò è importante avere una visione d’insieme di quello che è il posto dell’uomo, dell’essere umano su questo pianeta in relazione con tutti gli altri esseri viventi.

Da questo punto di vista per me è molto importante stimolare delle emozioni, nella fattispecie con un approccio che stimoli l’empatia verso gli altri esseri viventi e credo che poi questo elemento sia fondamentale anche per arrivare a rispettare oltre che gli animali anche gli altri esseri umani.

Qual è un ricordo significativo della tua infanzia legato alla natura?

I ricordi significativi della mia infanzia sono davvero tanti, finiti i compiti andavo nelle pinete dietro alla mia abitazione assieme ad un altro ragazzo appassionato di natura per fare birdwatching, per andare a scoprire le rane e i tritoni nei canali di bonifica, quindi finendo a volte nei canali stessi, sporcandoci in un rapporto diretto con la natura e tutti i suoi elementi.

Questa è stata decisamente una fortuna perché la possibilità di poter vivere quotidianamente immerso nella natura rappresenta un elemento formativo decisamente forte.

Un altro ricordo significativo che ho è quello con il primo animale selvatico in difficoltà che ho recuperato nella mia vita, avevo quasi nove anni, mi ero iscritto alla Lipu e recuperai proprio vicino casa una bellissima beccaccia: fui coinvolto nel recupero di questo splendido animale!

Quello sarebbe stato il primo di migliaia e migliaia di animali poi recuperati, fino a diventare Vicepresidente della Lipu, però è stato sicuramente il primo recupero quello più emozionante, anche se poi l’emozione rimane sempre, è stato però quello per me un momento estremamente segnante, anche rispetto a quelle che sarebbero state poi le mie esperienze successive.

Come credi che il proporre esperienze all’aperto ai bambini di oggi possa influire sugli adulti di domani?

Proporre esperienze all’aperto ai bambini di oggi influisce fortemente su quelli che saranno gli adulti di domani e questo perché i bambini all’aperto coinvolti in determinate attività sviluppano un senso di responsabilità, sviluppano una capacità di cooperare con gli altri ragazzi, non di competere, di cooperare per raggiungere degli obiettivi, per fare qualcosa di utile.

Sicuramente proprio questo tipo di esperienze, tipiche nell’outdoor education, possono essere determinanti nella formazione di cittadini virtuosi, di adulti virtuosi del domani e questa esperienza io la vedo quotidianamente ad esempio in Germania, dove l’outdoor education è molto sviluppata da tantissimo tempo.

Credo che questo modo, questo approccio educativo possa servire anche per cancellare tante paure, d’altronde da noi, nella nostra cultura alcuni elementi naturali, alcuni animali vengono identificati con caratteristiche negative perché non li conosciamo.

Far conoscere e fare esperienza è determinante per cancellare queste paure e per cancellare più in generale una paura di qualcosa che è ignoto o diverso; chiaramente di ritorno questo concetto può essere poi trasportato o trasferito nel rispetto e nella cancellazione di paure rispetto ad esseri umani diversi dal nostro modo di essere.

Cosa vorresti dire a qualcuno che inizia a formarsi e sperimentarsi nella direzione delle Scuole Naturali?

Vorrei dire di non aver paura di sperimentare perché sicuramente le Scuole Naturali sono il futuro, sono il futuro perché questo deficit di natura che ormai, soprattutto nelle società moderne, occidentali, stressate e stressanti, la stragrande maggioranza delle persone vive, ha degli effetti negativi sulla qualità della vita di ciascuno di noi.

Questi effetti negativi possono essere cancellati a partire proprio dalla riappropriazione di un rapporto con la natura.

Ormai molte persone non hanno più rapporti con la natura, bensì la percepiscono solo come un elemento di fastidio, la identificano con le zanzare che ci danno noia d’estate, ma in realtà la natura è l’elemento indispensabile per vivere e per vivere bene, e le Scuole Naturali puntano a questo, partendo proprio dalla base, dall’educazione e dalla formazione dei più piccoli, che saranno i cittadini di domani.

Dal mio punto di vista un elemento determinante per quelli che saranno i futuri educatori e formatori è avere la capacità di mantenere un approccio che sia aperto ad esperienze diverse e soprattutto multidisciplinare, per questo serve una formazione in ambito naturalistico, pedagogico, sociologico, congiuntamente a tanta, indispensabile attività sul campo.


Natura maestra, laddove fare esperienze emozionanti e significative di compenetrazione con l’ambiente sin da bambini diventa la chiave per educare all’ignoto e allo sconosciuto, all’Altro in generale dove questo altro può essere una specie su cui abbiamo falsi miti o un essere umano con usanze diverse dalle nostre.

Educare alla natura diventa quindi un messaggio di tolleranza, ma anche un formarsi alla pro-attività, al conoscere e al cooperare, per coltivare sin da piccoli i semi di un’umanità che sappia fin da oggi, per domani, porsi in un’ottica di maggiore rispetto e comunione con il mondo che ci circonda.

In un corso di specializzazione che si propone di formare chi tradurrà queste parole in approcci concreti con i bambini diventa quindi un’occasione preziosa poter avere nella rosa dei docenti proprio Alessandro Polinori, eccellenza italiana che ci trasmette la qualità di una vita passata a stretto contatto con l’ambiente.

di Sabina Bello

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