Outdoor non è solo un grande spazio aperto, un prato, un bosco, una spiaggia: rappresenta una visione più ampia. Significa poter superare i limiti ed i confini degli spazi chiusi, fisici e mentali, lasciando che l’ambiente naturale sia percepito e vissuto come spazio familiare, stimolo all’autonomia e generatore di cambiamenti duraturi.
“Non esiste buono o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento”, come affermava Sir Baden Powell e la filosofia scout ripropone ancora oggi; del resto non sono gli agenti atmosferici che devono frenare le attività all’esterno.
Le generazioni in crescita sembrano avere una predisposizione all’utilizzo dei dispositivi digitali, sempre più assorbiti dalla tecnologia e dalle esperienze virtuali, sempre meno all’aria aperta e in ambienti naturali. La tecnologia non deve essere demonizzata, ma ben calibrata dal punto di vista educativo. Siamo noi adulti, genitori ed educatori, che dobbiamo maturare la consapevolezza di quanto siano importanti le esperienze vissute in natura sin dalla prima infanzia, arricchendo il loro bagaglio di vita e generando livelli di autonomia acquisita, facendo la differenza.
A quanti mi chiedono per quale motivo si proponga una progettualità outdoor al nido d’infanzia, io consiglio la lettura del manifesto dei diritti naturali dei bambini e delle bambine del maestro Gianfranco Zavalloni. Una prospettiva diversa, ma presente da sempre, un’esperienza completa che coinvolge bambini ed educatori a 360°, in modo autentico ed integrale.
La natura è una grande maestra che fornisce fin dalla primissima infanzia gli strumenti per acquisire consapevolezza di sé, del proprio corpo, dei propri limiti, rendendo i piccoli sempre più autonomi dal punto di vista cognitivo, motorio ed affettivo. L’ambiente naturale è un ambiente di vita e di apprendimento, non da utilizzare semplicemente come sfogo, una fonte di scoperta e ricerca continua, un atelier a cielo aperto dove sviluppare esperienza di sé e del mondo. Quindi, perché non proporre fin dai primi anni di vita un ambiente naturalmente educativo, già organizzato per fare e agire, per favorire la crescita attraverso opportunità e strade talvolta inaspettate?
La routine educativa riserva potenzialità infinite che, talvolta, restano sopite nei ritmi della quotidianità, chiuse fra le pareti degli edifici. Il “fuori”, l’esterno, la natura, sono una dimensione da vivere e conoscere, spinti dalla curiosità e dal desiderio di esplorazione. Qui il contesto educativo si struttura e destruttura, si modula con l’esplorazione di infinite risorse e spazi individuali di scoperta e conquista che la natura ci offre.
Alla base di una progettazione pedagogica fuori dai canoni standard, trova spazio un cambiamento di prospettiva, un’azione educativa “altra” che, inizialmente, può incontrare resistenze nei timori dei genitori. La titubanza iniziale, gli atteggiamenti eccessivamente limitanti ed iperprotettivi delle famiglie, si sciolgono gradualmente nella presa di coscienza che il rischio è un elementi implicito del quotidiano, che al bimbo vengono fatte proposte che mediano esperienze educative significative in un regime di sicurezza, riflettendo su strategie ed accorgimenti consoni.
La relazione di fiducia tra educatore e famiglia scioglie definitivamente le riserve, favorendo l’accettazione di un modo diverso di vivere la giornata al nido, consapevoli che le esperienze dirette e ricche di stimoli sensoriali in una dimensione naturale saranno il valore aggiunto delle generazioni in crescita. Alcuni genitori potevano essere intimoriti dall’idea di eventuali ”conseguenze” per le attività all’esterno in una giornata di pioggia o neve, sottovalutando il potere di diffusione dei germi fra bambini all’interno di una struttura chiusa. E vuoi mettere la gioia che illumina gli occhi di un bimbo che salta a piè pari in una pozzanghera o che cucina piatti improbabili con i materiali raccolti qua e là?
Ebbene, non ha prezzo!
Vivere il giardino con sole, pioggia o neve, saltare nelle pozzanghere, giocare con terra e fango, correre, arrampicarsi, scivolare, sporcarsi, non è tempo sprecato, ma un tempo ricco di stimoli, di azioni e di esperienze. In natura il tempo utilizzato pare rallentato, ma in realtà si moltiplica, è un investimento essenziale per il benessere del bambino. L’esperienza di apprendimento e la conoscenza che ne derivano si radicano generando una visione più naturale delle cose, in una dimensione che rispetta i tempi del bambino.
Anche lo spazio esterno coperto, ad esempio una grande terrazza, apre nuovi orizzonti, dove il materiale naturale la fa da padrone, creando connessioni outdoor/indoor, delineando nuovi obiettivi e tracciando nuove rotte. Osservare, esplorare, sperimentare ad ampio raggio genera conoscenza ed implementa un’ esperienza autentica. In tal modo l’offerta educativa non è ridotta a cura, intrattenimento e divertimento, ma si pone come contenitore di offerte esperienziali significative, esperienze dirette del mondo che ci circonda, ricco di sensazioni che arricchiscono il bagaglio personale di sicurezza e libertà, fiducia e competenza, autonomia e felicità.
Per i bambini e per i loro genitori rappresenta una visione più naturale delle cose, scoprendo o riscoprendo la dimensione che supera le pareti di mattoni, come un luogo da vivere appieno e conservare, da abitare con cura.
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