Siamo ormai all’undicesima settimana di chiusura delle scuole, e i tempi prolungati di questa quarantena hanno fatto sì che venissero proposte alle bambine e ai bambini – quindi ai genitori – una gran quantità di “lavoretti”. Come maestre abbiamo fatto molte riflessioni su quale tipo di supporto dare alle famiglie, interrogandoci su cosa potesse essere più “utile” e funzionale in questo momento storico.Inizialmente anche il concetto di lavoretto “utile” poteva essere relativo. Considerati i tanti genitori che per motivi lavorativi avevano fino al 5 marzo condiviso con la famiglia perlopiù la sera, in queste settimane si sono trovati per la prima volta continuativamente e nel quotidiano a sperimentare l’esperienza di stare tutto il giorno coi piccoli e quindi l’occasione di realizzare qualcosa insieme.
Comprensibilmente c’è chi si è sentito in difficoltà e a ben pensarci nessuno di noi ha mai avuto la possibilità di passare così tanto tempo coi propri genitori in effetti; la proposta di “lavoretto”, spesso esplicitamente richiesta, ha fatto un po’ da guida. Come maestra di Scuola Naturale, vivo la contraddizione di comunicare con le bambine e i bambini attraverso quei monitor di cui scoraggiamo l’utilizzo in quest’età. È stato un compromesso un po’ sofferto, un tentativo di lanciare il cuore oltre l’ostacolo e immaginare, usando le parole della dott.ssa Lucangeli, “una didattica di vicinanza” che mantenesse viva la “collettività affettiva”. Mi sono molto interrogata su cosa fosse più opportuno proporre per restare – per quanto possibile – in contatto con le famiglie e coerenti col lavoro svolto durante il regolare svolgimento dell’anno.In prima istanza portando avanti la riflessione sui materiali utilizzati. Cerchiamo di evitare – nel limite del possibile – quei lavori che necessitano paciughi di colle, plastiche ecc…, inseguendo l’idea di realizzare manufatti che una volta inutilizzati possano finire serenamente nell’organico anziché nell’indifferenziata, o l’utilizzo di oggetti “prestati” momentaneamente al gioco, come bottoni cuciti sui calzini per farne marionette, che possono poi essere disfatte e tornare al loro uso deputato.
Le rielaborazioni sono continue e correggiamo la rotta di settimana in settimana, cercando un filo conduttore tra il contesto attuale e le nostre belle giornate scolastiche, per cui, ad esempio, stiamo continuando il lavoro di semina, cura e pazienza già iniziato a scuola con ghiande e semi di melagrana. Oggi lo decliniamo ricercando in casa quelli che sono i semi disponibili nelle nostre cucine: come piccoli esploratori ed esploratrici scopriamo nelle nostre cucine semi di arancia e limone e fragole recuperati dalla colazione, lenticchie, semi di peperoni rossi e gialli da poter interrare e annaffiare. Osservare e favorirne il germoglio.Pazientiamo e scopriamo quali opportunità possiamo ricavare sui nostri davanzali e balconi!Facciamo Birdwatching urbano osservando gli uccelli che sorvolano le nostre finestre, osserviamo gli insetti attirati dalle piante in casa, sui balconi, nei giardini condominiali, chi ha la fortuna di averne. Ci sforziamo di riconoscerli e arricchire il bagaglio delle nomenclature! Nelle prossime settimane riproporrò gli acquerelli naturali ricavati dagli scarti alimentari che già utilizziamo a scuola.
Un’ attività che ci piace tanto è lavorare con l’argilla, materiale che però le famiglie raramente hanno in casa per cui al momento, anziché proporre la produzione casalinga di paste modellabili suggerisco la preparazione di impasti (focacce, dolci, biscotti), che da un lato pongono esperienze molto interessanti dal punto di vista tattile e sensoriale in genere – le materie prime si trasformano manipolandole, cambiano consistenza, colore e odore a contatto con acqua, olio, ecc…, per non parlare della trasformazione di consistenza, colore, odore, dopo la cottura! – e dall’altro si rivelano molto divertenti nell’interazione adulto-bambino.
Non è da sottovalutare la soddisfazione che provano bimbi e bimbe nel consumare una merenda preparata con le proprie manine! Per il resto porto avanti letture animate e canzoni che riportino ad immagini di Natura e bellezza, e dalle quali trapela immancabilmente il debole per il Mare, e i simboli che ad esso riconducono (barche, fari). L’intento è di riportare a livello immaginativo le bimbe e i bimbi nella nostra aula in spiaggia in questo tempo un po’ sospeso e di incoraggiare l’introduzione di nuove parole dal lessico marinaresco. Ci prepariamo alla riapertura delle scuole. Per il lavoro che facciamo e per il futuro che sogniamo non possiamo non pensare che tra le possibili soluzioni ci siano le Scuole Naturali che in esse, da sempre, tra le altre cose mettono un importante focus su benessere psicofisico, sistema immunitario, abbassamento dei livelli di stress e delle occasioni di contagio quotidianamente vivendo gli spazi aperti tutti i giorni. E se per il prossimo anno scolastico venisse effettuata una manutenzione straordinaria dei giardini e cortili scolastici? E se le aule domani fossero anche spiagge, boschi, pinete, e aree naturali? E se l’educazione outdoor e l’educazione diffusa diventassero i “luoghi” per ripensare non solo l’apprendimento, ma luoghi per riconsiderare collettivamente il concetto di Stato di Salute? Ci voglio fortemente sperare.
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